Isola di Šćedro

Isola di Šćedro – “Misericordioso” verso i marinai e i marinai

L’isola di Šćedro è particolarmente apprezzata dai diportisti. Così, in estate, numerosi yacht si fermano nelle sue sicure baie settentrionali, e gli armatori godono della pace, del mare calmo e limpido, così come del pesce fresco offerto nei ristoranti.

La bellezza di Šćedr risiede nella rientranza della sua costa e nella copertura vegetale della foresta mediterranea e della macchia mediterranea. C’erano una volta due insediamenti su di esso, Mostir e Nastane. Nella baia di Mostir c’è una sorgente d’acqua Studenac. Ci sono diversi siti archeologici nella stessa Šćedar e nei vicini fondali marini.

Šćedro è un isolotto non lontano dalla costa meridionale di Hvar nel canale di Korčula, a 2,7 km dal villaggio di Zavala. È lungo 6,5 km e largo 1,5 km, la sua superficie è di 8,36 km e la vetta più alta è di 113 m Circa 3 km a ovest di Šćedr si trovano Lukavci – tre isolotti che a volte sono sopra la superficie e talvolta allagati dal mare.

Šćedro nelle lingue slave settentrionali significa gentile, misericordioso, poiché un tempo i marinai trovavano protezione nei suoi porti, Veli porat (Lovišće) e Mostir sul lato settentrionale dell’isola, durante le tempeste, e molti marinai vi si rifugieranno ancora oggi.

Il nome latino di Šćedro è Tauris, da cui derivano i nomi italiani Tauricola o Torcola, per cui nei documenti storici l’isola era chiamata Torkola. Tra le isole di Šćedar e Hvar ebbe luogo nel 47 a.C. non una battaglia navale decisiva per il futuro dell’Impero Romano. Vale a dire, Vatinio, un generale fedele a Cesare, sconfisse la flotta di Pompeo sotto il comando di Ottavio. Nella baia di Mrtinovik, 4 km a ovest di Sućurj, sul lato sud di Hvar, si possono vedere in mare i resti delle navi da guerra di Pompeo. Con quella battaglia Cesare consolidò la provincia dell’Illirico e per diversi secoli dopo la battaglia non ci furono guerre sull’Adriatico.

Per tutto il Medioevo, fino al dominio delle navi a vapore, Šćedro ha avuto una grande importanza marittima per i veneziani, i ragusei e altre navi.

Secondo lo Statuto di Hvar del 1331, Šćedro era un bene comune e un pascolo di Hvar. A causa della rugiada notturna vi si coltivavano cereali, si producevano fino a sei carri di grano, crescevano viti e ulivi. Che una volta c’erano i campi su Šćeder lo si vede dai cumuli ricoperti di macchia mediterranea.

Oltre ai resti di una villa romana e di navi saccheggiate in mare, nella baia di Mostir si trovano i ruderi di un monastero domenicano, costruito alla fine del XV secolo e abbandonato nel XVIII secolo, e la chiesa di Nostra Signora di Misericordia. C’era anche una cava di Stara stine a Šćeder, e le cappelle barocche della cattedrale di Hvar sono state realizzate con questa pietra.

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